Arriva la stagione delle piogge, delle foglie che cadono e del romanticismo nostalgico. Il 22 settembre alle 22.02 italiane, scatta la nuova stagione astronomica con l’equinozio d’autunno 2017 nell’emisfero boreale. Perché le stagioni, a differenza di quanto siamo abituati a imparare a scuola, non cambiano sempre il 21 del mese. Normalmente, l’equinozio di autunno si verifica tra il 22 e il 23 settembre, sempre a ore diverse. La differenza del momento in cui avviene è determinata dalla diversa durata dell’anno solare e di quello del calendario. Il Pianeta ci mette 365.25 giorni a girare attorno al Sole. Per questo motivo, l’autunno può anche differire di un giorno. Eccezionale evento naturale, l’equinozio avviene due volte l’anno, e da sempre ha affascinato l’umanità. La parola equinozio, dal latino, sta a indicare “notte uguale al giorno”. Dopo 6 mesi, il Sole viene a trovarsi nuovamente sul piano dell’equatore terrestre e il circolo d’illuminazione passa per i poli. La nostra stella passa quindi allo zenit all’equatore, sorge al polo sud, tramonta al polo nord e la giornata dura esattamente 12 ore in tutta la terra.
Nella tradizione druidica, l’equinozio d’autunno viene chiamato Alban Elfed (Autunno, o Elued, Luce dell’Acqua). Esso rappresenta la seconda festività del raccolto, segnando per parte sua la fine della mietitura, così come Lughnasad ne aveva segnato l’inizio. Ancora una volta, il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio, come lo erano durante l’equinozio di primavera, ma ben presto le notti cresceranno fino ad essere più lunghe dei giorni, e l’inverno sarà di nuovo tra di noi. Arriverà quindi il freddo, la neve, il letargo della natura. E l’equilibrio è più intenso in questo momento piuttosto che nel fermento e nell’agitazione della primavera, e questa data autunnale è spesso la più tranquilla tra le feste. I celti lo celebravano con il nome di Mabon, il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Qui Mabon è il figlio di Modron, la Dea Madre. Rapito solo tre giorni dopo essere venuto al mondo, resta imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui viene liberato da Re Artù e dai celebri cavalieri. E il suo rapimento, rappresenta pertanto l’equivalente celtico del rapimento greco di Persefone. Nel tempo dei Misteri Eleusini, infatti, l’equinozio d’autunno era il momento della discesa di Persefone nell’Ade e del dolore di Demetra. Adesso il ciclo produttivo e riproduttivo è concluso, le foglie cominciano a ingiallire e gli animali iniziano a fare provviste in previsione dell’arrivo dei mesi freddi. Inizia il periodo della caccia. Molte specie migratorie – come le rondini – avviano il loro lungo viaggio verso sud. E il cigno è l’uccello dell’Equinozio in quanto simbolo dell’immortalità dell’anima e guida dei morti nell’aldilà.
E l’equinozio d’autunno è anche tempo di bilanci: abbiamo sotto gli occhi ciò che abbiamo seminato durante l’anno, e possiamo constatare quali frutti abbiamo raccolto. È quindi il tempo di bilanciare le polarità. Le contraddizioni. È il tempo di ristabilire l’ordine e la quiete.
Alessandra Pirri